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Hai appena fotografato il tuo piatto? Ecco perché la tua app contacalorie potrebbe raccontarti una cavolata!

telefono che fa una foto ad un piatto con riso, pomodori e nuggets

Immagina la scena: hai appena impiattato il tuo pranzetto con orgoglio, accendi la fotocamera, scatti una bella foto e… ta-dà!

L’app ti dice che quel piatto vale esattamente 512 calorie. Precise precise. Come se avesse un piccolo dietista dentro.

Anzi, meglio: un dietista con i raggi X.

Ma aspetta un attimo.

Sei proprio sicuro che quella cifra sia affidabile? O stai dando retta a un’intelligenza artificiale che confonde una frittata con una cheesecake?

Sì, sto parlando proprio delle famose app che ti “leggono” il piatto e ti dicono quante calorie contiene. Un mix affascinante di tecnologia e speranza. Peccato che, nella maggior parte dei casi, queste app siano poco più che indovini digitali.

 

“Dottore, mi sta dicendo che queste app calcolano le calorie a occhio?”

Caro il mio faffiner, queste app utilizzano algoritmi di riconoscimento delle immagini per identificare gli alimenti e stimare le porzioni. Ma la verità è che riconoscere un alimento da una foto è molto più difficile di quanto sembri.

Mettiamola così: se fotografi un’insalata di riso, l’app vede “riso”.

Ma sa quanta maionese ci hai messo? Sa se c’erano due cucchiai d’olio o se hai aggiunto la salsiccia a dadini?

Spoiler: no.

Quella che sembra un’insalatina leggera da 300 kcal potrebbe essere invece da 800.

E vogliamo parlare delle porzioni? Una foto non dà informazioni sulla profondità del piatto, né sulla densità degli alimenti. Due risotti possono sembrare identici, ma avere 100 grammi di differenza. L’app non ha la bilancia integrata, e nemmeno l’olfatto (per fortuna, in certi casi).

via GIPHY

 

“Ma allora sono tutte inutili, dottore?

Non proprio. Diciamo che queste app possono essere un gioco divertente, un primo passo per prendere consapevolezza di che cosa mangi. Se ti aiutano a porti domande – “Ma ho messo davvero 4 cucchiai d’olio?” – ben venga.

Ma se le prendi come verità assolute, rischi di:

  • sottovalutare (o sopravvalutare) le calorie che assumi;
  • fare scelte sbagliate basate su numeri sbagliati;
  • stressarti inutilmente;
  • perdere il rapporto sereno con il cibo.

 

Non è solo una questione di eh, ma tanto ho sgarrato solo di 100 calorie”. A lungo andare, basarsi su dati falsati può realmente compromettere il tuo rapporto con il cibo, farti sentire in colpa senza motivo, o, peggio ancora, farti pensare che stai “mangiando bene” quando in realtà non stai dando al tuo corpo quello di cui ha bisogno, compromettendo i tuoi progressi, sia che tu voglia perdere peso, mantenerlo o semplicemente mangiare in modo più sano.

“Ma lo sa dottore che non ci avevo mai pensato? Forse il problema è che vogliamo sempre controllare tutto…”

 

Esatto faffiner, è il paradosso del controllo totale, che ti spinge a contare qualsiasi cosa: passi, battiti, sonno, zuccheri, tempo di cottura delle uova. E dopo aver utilizzato gli orologi contacalorie, ora ci sembra naturale voler sapere anche le calorie con uno scatto. Ma il cibo non è solo numeri.

Mangiare è anche ascolto, sensazioni, sazietà, emozioni.

Se ti concentri solo sulla cifra che ti spara l’app, rischi di dimenticarti del gusto, della fame vera, e del fatto che ogni corpo metabolizza in modo diverso.

Un esempio classico? Io e te mangiamo lo stesso piatto di lasagna: magari tu sei sazio dopo due porzioni, io dopo una, o viceversa. Non siamo macchine, e non metabolizziamo tutti allo stesso modo.

Non è solo questione di calorie, ma anche di metabolismo, stile di vita, microbiota, e una lista infinita di cose che una foto non può sapere.

“Ma, dottore, non tutte le app sono uguali, o sbaglio?”

 

Diciamo che alcune app stanno migliorando e offrono la possibilità di correggere manualmente le porzioni, scegliere la preparazione, indicare gli ingredienti. Questo le rende un po’ più affidabili, ma richiedono interazione attiva, non magia.

Quindi, se proprio vuoi usarle, fallo con spirito critico.

Come quando leggi l’oroscopo: magari ci azzecca, ma meglio non impostare la tua giornata solo su quello!

“Dottore, lei però mi può dare un consiglio da dietista, ma da dietista vero, non quello di un app, per valutare le mie porzioni?”

 

Allora, faffiner, se vuoi davvero capire che cosa stai mangiando, inizia a:

  1. pesare gli alimenti, per farti un’idea realistica delle porzioni, ma senza essere ossessivo;
  2. leggere le etichette, senza farti prendere dal panico;
  3. ascoltare il tuo corpo, ovvero imparare a percepire la fame, la sazietà, l’energia reali che hai dopo mangiato;
  4. e, perché no, parlare con un professionista vero, che non ti scannerizza il piatto, ma ti ascolta, ti fa domande e ti propone un percorso su misura.

 

“Dottore, lei ha sempre il consiglio giusto che mi risolleva il morale!”

Per concludere, faffiner, voglio sottolineare ancora una volta che le app che stimano le calorie da una foto sono affascinanti, sì, ma spesso imprecise, e potenzialmente fuorvianti.

Usale come un gioco, come uno spunto, ma non come la Bibbia alimentare.

Perché alla fine, la vera tecnologia rivoluzionaria sei tu: il tuo cervello, il tuo palato, e la tua voglia di volerti bene (senza stressarti per ogni forchettata). Nessuna app può sostituire tutto questo.

 

Se ti va, prendi appuntamento in studio: possiamo approfondire insieme come leggere correttamente le etichette, come costruire un piatto equilibrato senza calcolatrice, e iniziare così un percorso per ritrovare finalmente un rapporto sano con il cibo.

Ma sempre con un pizzico di ironia, te lo prometto faffiner!

E ricorda: il tuo piatto non è un codice a barre, e tu non sei un foglio Excel.

Mangia, gusta, respira.

E ogni tanto faffiner… spegni la fotocamera!

via GIPHY

 

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